Collana RdT/Library 111
Antonio Orazzo
Analogia libertatis
La libertà tra metafisica e storia in sant'Anselmo

Analogia libertatis. La libertà tra metafisica e storia in sant'Anselmo Il libero arbitrio della volontà ha costituito da sempre uno dei più appassionati argomenti di confronto e di dibattito, in campo sia filosofico che teologico. Questo non meraviglia, se si pensa che dal tipo di risposta data alla domanda sulla esistenza e consistenza della libertà dipende il significato di tante parole fondamentali che usiamo nel linguaggio quotidiano, come bene e male, coscienza e valori morali, maturità psicologica e responsabilità personale.
Oggi la libertà non sembra trovare più davanti a sé e indipendentemente da sé una scala di valori oggettivi, che essa sarebbe chiamata a fare suoi e tradurre in atto, e così realizzarsi nel suo finalismo intrinseco. Ad entrare in crisi è il suo stesso rapporto strutturale con la verità. Essa non avrebbe più alcun legame con la verità e con i valori morali che vi sono connessi, ma sarebbe essa stessa capace di fondarli e farli sussistere. Smarrendo così il suo radicamento nella verità, la libertà rischia facilmente di smarrirsi nelle sabbie mobili di una sterile autoreferenzialità e di un inaccettabile relativismo etico.
Con la sua riflessione credente, che percorre le tappe di un Intellectus fidei aperto anche ai cosiddetti non credenti, Anselmo d'Aosta, pur lontano nel tempo, ci invita a porre nella prospettiva giusta il rapporto originario tra libertà e verità. In questa luce, la "disperata" gratuità di un libero arbitrio avulso dalle proprie radici e, per ciò stesso, tentato di naufragare nella deriva nichilista del postmoderno può cedere il posto alla "fondata" gratuità di una libertà inserita nella Verità increata. Per questa via, essa è chiamata sempre a lasciarsi "liberare" dalla libertà divina, nella quale soltanto il potere coincide con il dovere, ossia l'essere coincide con il dover essere, e riacquistare così il suo fondamento e il suo senso.

Antonio Orazzo docente di Storia della Filosofia presso la Sezione san Luigi della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale, si muove in un campo di indagine che intende coniugare il pensiero degli autori antichi e medievali con la riflessione sulle ricchezze teologiche dei Padri della Chiesa. Le sue pubblicazioni nascono dalla consapevolezza che filosofia e teologia, pur con premesse e percorsi metodologici differenti, sono costantemente chiamate a cercare una giusta e reciproca integrazione, secondo le indicazioni della Fides et ratio. Esse sono date, per un verso, da saggi su autori medievali, come Riccardo di S. Vittore, S. Bernardo, S. Bonaventura, dall'altro dallo studio su Ilario di Poitiers (La salvezza in Ilario di Poitiers, D'Auria, Napoli 1986) e dal volume curato su I Padri della Chiesa e la teologia (San Paolo, Cinisello Balsamo 1995). L'orizzonte culturale di oggi vede allargarsi a dismisura i propri confini, ed esige sempre più l'esercizio di forme differenziate di razionalità, da parte di quanti - nella disponibilità alla verità - vogliono approfondire i contenuti e il senso della fede ricevuta. L'itinerario filosofico/teologico di Anselmo può essere assunto come modello di un Intellectus fidei che, in linea di principio, si propone come valido sia per credenti che per non credenti.

CDU 22L111 - ISBN 88-215-5020-6 - RdT Library
Ed. San Paolo 2003 - Pag. 184 - € 15,00

ultimo aggiornamento 6 ottobre 2003